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News maggio 2006_3


01 maggio 2006

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI
Il decreto legislativo 18 giugno 2001, n° 231 ha introdotto una particolare forma di responsabilità per le "associazioni anche prive di personalità giuridica".
Si tratta di una particolare forma di responsabilità che riguarda i vari enti di tipo associativo, con possibili rilevanti conseguenze.
In sostanza, vengono previsti determinati effetti nei confronti dell'ente qualora le persone fisiche che vi appartengono commettono alcuni tipi di reato a vantaggio dell'ente stesso. La responsabilità dell'ente sussiste anche nel caso in cui l'autore del reato non sia stato identificato o il reato sia ormai estinto.
I reati previsti sono i seguenti:
- truffa e frode ai danni della pubblica amministrazione;
- indebita percezione di erogazioni;
- corruzione e concussione;
- falsità in monete, carte di pubblico credito e valori bollati;
- reati societari di cui agli articoli 2261 e seguenti del codice civile.
Ovviamente non tutti i reati di cui sopra possono riferirsi ad un ente non profit, e quindi l'elenco che precede deve essere interpretato con attenzione.
Perché sorga la responsabilità dell'ente, occorre che il reato sia commesso da coloro che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione o che, in via di fatto, svolgono comunque tali funzioni (anche senza un incarico ufficiale).
Sono previste le seguenti sanzioni:
- sanzioni pecuniarie;
- sanzioni interdittive (interdizione dall'esercizio di attività, sospensione o revoca di licenze, autorizzazioni o concessioni funzionali al reato, divieto di contrarre con la pubblica amministrazione,
- esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi e sussidi, divieto di pubblicizzare beni o servizi);
- confisca;
- pubblicazione della sentenza.
L'ente, per ottenere l'esenzione da responsabilità (o almeno una riduzione) deve dimostrare:
- di aver adottato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire la commissione di reati;
- di aver affidato ad un organismo di vigilanza autonomo la verifica dell'applicazione dei modelli di cui sopra;
Oppure l'ente deve dimostrare che l'autore del reato si è volontariamente ed occultamente sottratto all'applicazione dei modelli di cui sopra nonostante un'effettiva attività di vigilanza.
Per quanto riguarda i modelli di organizzazione e gestione, occorre che i medesimi individuino le attività nelle quali è maggiore il rischio di reati, prevedano azioni specifiche per la prevenzione dei comportamenti fraudolenti, adottino modalità di gestione delle risorse economiche idonee a impedire i reati, individuino un sistema di trasmissione delle informazioni rilevanti agli organismi di controllo, prevedano sanzioni per il mancato rispetto dei modelli.

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