Aprire un’Associazione è semplice, gestirla correttamente è più delicato, perché non basta solo predisporre un atto costitutivo ed uno statuto sociale (a norma) coerente con gli obiettivi ideali che l’Ente intende perseguire, perché è con la costituzione dell’Ente che tutto ha inizio: attività, adempimenti e problemi inclusi.
REGOLE GIURIDICHE: atto e statuto non possono essere privi dei riferimenti di legge, siano essi quelli del Codice civile (che per le associazioni non riconosciute partono dall’articolo 36) oppure delle specifiche normative di settore (la L. 266/1991 per le organizzazioni di volontariato piuttosto che la L. 383/2000 per le associazioni di promozione sociale, entrambe abrogate nel luglio del 2017 dal Codice del Terzo Settore, il D. Lgs. 117/2017).
REGOLE FISCALI: previsioni indispensabili che devono essere formalmente inserite (e sostanzialmente rispettate) negli statuti delle Associazioni per consentir loro di godere delle formidabili agevolazioni fiscali che sono state introdotte dal Legislatore proprio per agevolare al massimo gli Enti Non Profit, meritevoli in quanto mossi da una finalità ideale e non lucrativa né speculativa. Qui si inserisce l’obbligo di una disciplina uniforme del rapporto associativo, il divieto di distribuzione (diretta e/o indiretta e/o camuffata) di utili e tutte le altre previsioni di cui all’articolo 148 del TUIR.
REGOLE GESTIONALI: accanto alle previsioni obbligatorie richieste dalla legge dovranno essere presenti le regole necessarie per consentirne il funzionamento corretto, agevole e fluido, e dunque modalità di iscrizione, di tenuta dei libri sociali, di convocazione delle assemblee, di approvazione dei rendiconti, di individuazione dei compiti degli organi sociali … insomma: tutto ciò che occorre per disciplinare i profili amministrativi, organizzativi e gestionali dell’Ente stesso.
Formalizzati correttamente atto e statuto, sarà quindi indispensabile procedere con la loro registrazione in Agenzia Entrate, richiedendo il codice fiscale attraverso il modello AA5/6, pagando l’imposta di registro mediante F23 e registrando il tutto con il modello 69, insieme alle marche da bollo da 16 euro, nel numero di una ogni 100 righe per ciascuna copia. A questo dovranno poi seguire eventuali affiliazioni ad Enti di Promozione Sportiva o Federazioni Sportive Nazionali (obbligo per le ASD, necessariamente da “collegarsi” al mondo CONI) e l’invio del modello EAS (indispensabile nella quasi nella totalità dei casi, salvo rare eccezioni o invii semplificati).
Costituita l’Associazione si apre la fase più delicata ed importante: occorre aprire il conto corrente, istituire correttamente i libri sociali (tutti) ed impostare la gestione, dalla domanda di iscrizione a socio (nel rispetto della privacy in base al GDPR, Regolamento Europeo 679/2016) passando ad una (semplice, ma corretta e trasparente) prima nota, per arrivare alla contrattualizzazione delle collaborazioni, alle ricevute, all’eventuale gestione delle attività connesse, e così via. Questo rappresenta il vero cuore della gestione di un’Associazione, perché la corretta costituzione deve necessariamente sfociare in una impostazione semplice, ma che sia necessariamente corretta e condivisa attentamente, perché il rischio (in caso di verifica fiscale) è di perdere tutto (agevolazioni comprese).
Non è quindi un caso se MOVIDA approccia questa fase con un’attenzione elevatissima, fatta di un check iniziale di mezza giornata circa, cui far seguire una fase di training operativo di non meno di tre mesi, indispensabile per poter raggiungere un alto livello di autonomia e consapevolezza.
Un alto livello di autonomia operativa e gestionale può produrre per un’Associazione non profit (di ogni tipo) almeno due grandi risultati, con conseguenti enormi benefici:
- innalzamento della consapevolezza, per capire cosa e come fare, sulla base di motivazioni che non sono “si fa così”, quanto piuttosto “si fa così perché …”;
- riduzione dei costi di assistenza.
Il risultato migliore dal nostro punto di vista (e dal 1996) è certamente costituire Associazioni in modo corretto, ma anche e soprattutto impostarle in maniera tale da consentire ai loro operatori di operare con consapevolezza nel rispetto delle (numerose ed in continuo divenire) normative di riferimento.
Fare prevenzione nel campo associativo significa conoscerne i problemi e le difficoltà, se possibile anticipandoli adottando misure gestionali ed organizzative idonee, senza “banalizzare” alcun aspetto o, peggio ancora, non prenderlo in considerazione. Non ci sono segreti inconfessabili né bacchette magiche, ma solo studio, lavoro di squadra, competenza, attenzione e rispetto.
Prossimamente analizzeremo le nostre ipotesi di check, di simulazione gestionale e di verifica, ma soprattutto individueremo quali documenti è sempre bene tenere a portata di mano, per dimostrare che chi ha costituito l’Associazione e la gestisce opera con tranquillità e serenità, senza corazze, ma con la consapevolezza di ciò che si sta facendo nel rispetto delle norme di riferimento oltreché delle finalità per le quali si è nati, secondo logiche di trasparenza e tracciabilità (anche economica).